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Il Mullah Omar (Marsilio - 2011)


La biografia del misterioso e inafferrabile leader dei Talebani che da dieci anni tiene in scacco il più potente e tecnologico esercito del mondo.

Una storia che inizia con un ragazzo diciottenne che si batte contro gli invasori sovietici e in battaglia viene ferito irrimediabilmente a un occhio, se lo strappa, si benda da sé e torna a combattere. Che prosegue con quattro ragazzi, Omar, Ghaus, Hassan e Rabbani, che sulla piazza del loro povero villaggio, Singesar, decidono di fare qualcosa contro le prepotenze, gli abusi, le violenze, gli stupri, gli assassinii dei "signori della guerra" che, impegnati in una feroce lotta per il potere, agiscono nel più pieno arbitrio. Nasce così il movimento talebano che nel giro di soli due anni (1994-96), grazie all'appoggio della popolazione, sconfiggerà i "signori della guerra" riportando l'ordine e la legge, sia pur una dura legge, la sharia, nel Paese di cui Omar diventerà la guida. Ne vien fuori il ritratto di un uomo singolare, riservato, di poche parole ma attento a quelle degli altri, timido, quasi umile, e anche per questo adorato dai suoi, ma per nulla cupo, ironico e sarcastico, che arrivato al potere continuerà a condurre la vita spartana di sempre e non lo userà per arricchirsi o ritagliarsi privilegi ma per inseguire un suo sogno. Quello di un Afghanistan finalmente unificato e pacificato, lontanissimo dagli stili di vita dell'Occidente. Fini legge inoltre la guerra in corso in Afghanistan come la lotta dell'uomo contro la macchina, dell'uomo contro il potere del denaro che crede di poter tutto comprare, e corrompere, anche valori molto diversi dai suoi, ma forse altrettanto degni di essere vissuti, e per difendere i quali c'è chi, come il Mullah Omar e i suoi giovani Talebani, è disposto a battersi e a morire.

 

Nietzsche (Marsilio - 2003)


La prima, vera, biografia di Friedrich Nietzsche

Esiste una sterminata bibliografia sull’opera di Friedrich Nietzsche, ma la sua vicenda umana è rimasta molto più in ombra. Fini segue la vita di questo piccolo borghese, condizionata da una misteriosa malattia e dalla semicecità, attraverso gli intrecci con Richard Wagner, la fredda Cosima, l’irresponsabile e spietata Lou Salomè, le incomprensioni con la madre e la sorella: di crisi in crisi, la vita di Nietzsche vira verso una disperata e allo stesso tempo esaltata, feconda solitudine, fino alla drammatica esplosione della follia, che porta al lento e straziante dissolversi, per undici anni, di una mente straordinaria.
Con l’approccio e la personalità del grande giornalista, Massimo Fini ci restituisce in uno stile godibilissimo, con un’opera saldamente appoggiata alle fonti e ai documenti, il Nietzsche uomo, con la sua fragilità, la sua quasi incredibile ingenuità e, naturalmente, la sua lucida e dolorosa intelligenza. Una fragilità esistenziale che fa di Nietzsche il sensibile sismografo della crisi di un’epoca e di una cultura, quella occidentale, che arriva a maturazione proprio oggi.

 

Catilina (Mondadori - 1996)


Chi è stato veramente Catilina? Quali erano gli scopi della sua congiura? Massimo Fini continua, dopo Nerone, le sue originali biografie storiche, autentiche rivisitazioni critiche di personaggi troppo facilmente liquidati da una storiografia conformista. La figura di Catilina che tratteggia in questo libro è ben lontana dal personaggio tramandatoci da Sallustio e Cicerone. Patrizio di nobilissima origine, bello e inquieto, Catilina si oppose all'oligarchia dominante da cui proveniva e abbracciò la causa della plebe. Egli guardava dietro di sè, verso la Roma delle origini, dove i valori erano l'onore, il coraggio fisico e morale, la lealtà, la coerenza, e la ricchezza non era ancora l'unico premio. Una classe dirigente corrotta mascherava dietro nobili parole sul "bene comune" la difesa dei proprio privilegi; la ricchezza e il potere avevano preso il posto dei valori morali. Più volte Catilina tentò la via legale del consolato: ne fu sempre respinto con ogni genere di trucchi e di brogli. Allora prese le armi: affrontò lo scontro con forze enormemente inferiori, sapendo di soccombere. E morì, pagando con la vita la fedeltà a se stesso.

 

Nerone (Mondadori - 1993)


Nessun personaggio storico, a esclusione forse di Adolf Hitler, ha mai goduto di così cattiva stampa come Nerone, ritenuto addirittura l'Anticristo da alcuni autori cristiani come Vittorino, Commodiano e Sulpicio Severo. Egli fu, in realtà, un grandissimo uomo di Stato: amante della musica, della poesia, della recitazione, della scienza e della tecnica, si fece promotore delle più ardite esplorazioni e durante i quattordici anni del suo regno, l'Impero conobbe un periodo di pace, di prosperità, di dinamismo economico e culturale quale non ebbe mai prima. Certamente fu anche megalomane, un visionario, uno psicolabile, schiacciato da una madre autoritaria, castratrice e ambiziosa che gli caricò sulle spalle, a soli diciasette anni, l'enorme peso dell'Impero, mentre lui avrebbe forse preferito dedicarsi alle arti predilette. Ma ugualmente fu un monarca assoluto che usò il proprio potere in senso democratico, governando per il popolo contro le oligarchie che lo opprimevano e lo sfruttavano.