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L' altro giorno ho trovato nella casella delle lettere un facsimile di giornale in cui, a caratteri cubitali, si annunciava un felicissimo evento a Milano: «PIPPO BAUDO CONSEGNERA'  22.000.000 ALLA SIGNORA TAVASANI FINI, se risulterà vincente del primo premio già assegnato!». Poi, sotto una fotografia del «Pippo nazionale» tutto sorridente: «Come certo lei saprà, il mio nome è Pippo Baudo e da tempo sono il presentatore televisivo di tanti spettacoli e quiz nei quali distribuisco centinaia e centinaia di premi. È  con vero piacere che oggi presento questo Nuovo Concorso di Euronova... sarò io in persona a consegnare al vincitore i 22.000.000 di premio che sono già stati accoppiati ad uno dei Numeri Fortunati... magari il Suo, SIGNORA TAVASANI FINI! Troppo bello per essere vero... ma è vero, SIGNORA TAVASANI FINI. Sì, è proprio vero, SIGNORA TAVASANI FINI, che per conoscere e avere diritto a ciò che Lei può avere già vinto, a Lei basterà spedire un'ordinazione a Euronova, compilata nel Documento di Concorso qui unito! Sì, è proprio vero... glieli consegnerò io, Pippo Baudo, personalmente in Euronova, nel corso di una piccola festa organizzata in Suo onore. Pippo Baudo». A fianco, nel depliant è spiegato più in dettaglio il meccanismo del concorso e la straordinaria fortuna che ha toccato PROPRIO LEI, SIGNORA TAVASANI FINI (il nome del malcapitato, in questo caso della malcapitata, è ripetuto, maiuscolo e variamente formulato, diciassette volte): i premi sono già stati assegnati durante una preestrazione i cui risultati sono segreti (si tace, prudentemente, sulla base di quanti nominativi è stata fatta l'estrazione); proprio voi potreste essere il fortunato vincitore; per non lasciarvi sfuggire la dea bendata non dovete far altro che mandare un ordine d'acquisto a Euronova d'importo minimo di 10 mila lire (+ 2.950 di contributo fisso e 950 di diritto di contrassegno, ma questo è scritto in un angolo più nascosto), potendo scegliere in un ricco catalogo dove spiccano autentici “AFFARI”, (così è scritto) come lo “spremidentifricio”, (lire 25.900), le “candele numerate”, (12.950), la «borsa tipo coccodrillo», (19.950) eccetera eccetera; non vorrete mica fare la fine di quel tale che vinse 10 milioni, ma inutilmente perché non spedì l'ordine di acquisto? Il depliant si conclude con una amichevole esortazione del “Direttore concorsi”: «In questo momento anche Lei forse ha già il numero vincente dei 22.000.000 in oro: mi spiacerebbe molto che vengano consegnati a un altro concorrente, per cui La invito calda mente a spedire al più presto la Sua ordinazione». La cosa in sé non è nuova, rientra nel ricco filone degli pseudoconcorsi, con premi già «quasi vinti»; aperto da anni per esempio, da Selezione dal Readers Digest, per spillar quattrini. Né nuovo è il tono ossessivo, da lavaggio del cervello, o il ricatto psicologico della preestrazione. Sono metodi al limite della circonvenzione, anche se hanno l'abilità giuridica di non superarlo, che speculano sulla credulità della povera gente. Ciò che stupisce è che Pippo Baudo si presti, immagino non gratuitamente, a queste manovre, sfruttando l'immagine pubblica che si è costruita in questi anni grazie alla televisione e che ha acquistato una potente capacità persuasiva. Se il presentatore fosse un poveraccio che ha difficoltà di far quadrare il pranzo con la cena si potrebbe anche capire, ma Baudo è un uomo che guadagna quel che vuole, c'era proprio bisogno che vendesse per quattro denari la propria popolarità per consentire all'Euronova di abbindolare più facilmente la gente? Non gli basta essere il presentatore di Domenica in...?? Non gli basta Fantastico 5? Non gli basta il Festival di San remo? Non gli basta entrare ogni santo giorno nelle nostre case, martellandoci la sua presenza, per la porta principale, adesso deve anche insinuarvisi per la via di servizio, patrocinando iniziative di cui il minimo che si può dire, controllando gli aggettivi, è che sono infide e volgari? In realtà mi sembra che Pippo Baudo stia perdendo il senso del limite e della misura. Come accade spesso alle persone il cui successo è sproporzionato ai meriti. Perchè è vero che non è facile stare tre o quattro ore (quando non otto, come nel caso del Festival) davanti alle telecamere, ma, via, non è poi una performance così eccezionale se si devono dire le quiete ovvietà che dice Pippo Baudo. Non si tratta di ballare al limite delle proprie forze fisiche e intellettuali come Nureyev o di spendersi come un cantante lirico o un attore di teatro. Non voglio dire qui che Pippo Baudo non sia l'ottimo professionista che è nel suo mestiere (che poi, ricordiamolo, non è un gran mestiere, è il vecchio imbonitore ingigantito però dal mezzo televisivo), ma che la sua sopravvalutazione è enorme e che l'eccesso di popolarità ha finito per montargli la testa. Recentemente Baudo ha scritto un libro definito pomposamente, sulla scia di certi spettacoli televisivi, un «libro-contenitore», ma che contiene in realtà solo delle ovvietà disarmanti, che dette, magari, a Domenica in..., possono anche passare inosservate, ma scritte sono solo penose. Ed anche il tono di questa sua «epistola», comparsa sul depliant di Euronova è inquietante: «sarò io in persona a consegnare al vincitore», «glieli consegnerò io, Pippo Baudo, personalmente», «ha ricevuto direttamente da me, Pippo Baudo...». Baudo crede ormai di essere diventato la Madonna, di guarire gli afflitti, di sanare le piaghe, con la propria gaudiosa e beatificante presenza. E quel che è peggio è che ciò, grazie alla civiltà dello spettacolo, è in parte vero. Come è vero che ogni epoca e ogni popolo ha i santi che si merita.