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Egregio dottor Fini, la seguo da qualche tempo e non sono quasi mai d’accordo con le sue tesi, stravaganti, bizzarre, spesso assurde. Mi dà particolarmente fastidio la sua difesa a spada tratta dei talebani. Le recenti elezioni in Afghanistan hanno dimostrato che quella gente crede nella democrazia e detesta i talebani.

Gigi Rivolta, Bergamo

Io non  difendo i talebani in quanto tali ma il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Lei è vittima, come tanti, della disinformatia occidentale che sta superando quella della vecchia Urss. Dopo le elezioni del 20 agosto tutti i media occidentali hanno titolato: «Sconfitti i talebani». Ora si scopre che i voti sono stati meno di sei milioni, circa il 35% degli aventi diritto. Ma anche questo dato va ampiamente decurtato perché, dai primi controlli, risulta che in moltissime sezioni, grazie ai brogli incrociati dei due principali candidati, Karzai e Abdullah, un’affluenza del 10% è stata trasformata in un 50% con l’immissione di schede fasulle. E pure su quelli che sono andati effettivamente a votare non c’è da farsi eccessive illusioni. Buona parte vi è stata mandata a forza dai ‘signori della guerra’ e dai capi clan locali per ritagliarsi una fetta di potere istituzionale negli anni che restano (pochi) prima che i talebani si riprendano Kabul. Ma non basta. L’altro giorno il Corriere della Sera titolava senza ombra di imbarazzo o vergogna: «Si negozia per stabilire l’esito del voto». Cioè perché sia quello più conveniente per gli invasori e occupanti. Le sembrano elezioni ‘credibili’ e libere queste? O non piuttosto una farsa. Tragica, purtroppo.

Massimo Fini