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Non è affatto vero che, come hanno scritto quasi tutti i giornali e gli editorialisti, la maggioranza degli italiani ha dimostrato di preferire “la stabilità”. E' vero il contario. Se si sommano gli astensionisti ai voti di Grillo si vede che più del 60% degli italiani non ne può più di questa partitocrazia mascherata da democrazia e vorrebbe sradicarla una volta per tutte. Ma la maggioranza di questa minoranza (il 40%) ha scelto invece la partitocrazia votando il Pd, il più partitocratico di tutti i partiti in lizza, quello che conserva ancora, quasi intatti, gli apparati che sono saldamente incistati in ogni settore della società e che, insieme allo sfaldamento dei conservatori di Forza Italia, sono all'origine del suo successo, molto più parziale di quanto appaia dalle percentuali perché solo un italiano su cinque l'ha votato. Matteo Renzi, che ha fatto quasi vent'anni di carriera all'interno della partitocrazia, è l'abile Gattopardo messo in quel posto (anzi che ce l'ha messo in quel posto) per fingere che tutto cambi purché nulla cambi.

Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2014