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Renzi ha fatto un solo errore quando è andato a Erbil a mostrare i muscoli e fare il ganassa com’è nel suo stile. Poi ha scelto un profilo basso e ha fatto benissimo. Non è nel nostro interesse seguire l’avventurismo dei francesi che ci è già costato in Libia, non in termini di vite umane ma perché ha aperto la via a una migrazione senza controllo che si rovescia sulle nostre coste. Per la verità anche Berlusconi era allora contrario all’attacco in Libia ma poi si accodò. Anche la Merkel è molto prudente, manda i Tornado ma solo per ricognizione. Non vedo perché noi dovremmo fare diversamente. Finora noi italiani non siamo stati toccati dal terrorismo Isis perché, a differenza di americani e francesi, non siamo andati a intrometterci in una guerra che non riguardava gli occidentali ma era un regolamento di conti tra una parte dei sunniti e una parte degli sciiti. Dice: e la solidarietà europea? Questa solidarietà ci potrà essere, anche con intervento armato, solo quando l’intera Ue avrà preso una decisione univoca. E non perché un singolo Paese come la Francia, ammalato da sempre di una ridicola grandeur, è all’attacco un po’ dappertutto, dall’Iraq alla Siria al Mali. Un premier ha il diritto e il dovere di non mettere in pericolo la vita dei suoi cittadini quando, com’è almeno per ora, non ce n’è alcun bisogno.

Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano, 28 novembre 2015