0
0
0
s2sdefault
powered by social2s

La carriera di Walter Chiari inizia con un’imitazione di Adolf Hitler. Uscito ventenne dalla guerra senz’arte né parte, anzi con una ignominiosa detenzione nel campo prigionieri americano di Coltano per la sua partecipazione al settimanale l’Orizzonte della Decima MAS, trovandosi per altro in buona compagnia, Dario Fo, Raimondo Vianello, Enrico Maria Salerno, Paolo Dordoni,  Enrico Ameri. Le aveva tentate tutte per trovare un lavoro (magazziniere all’Isotta Fraschini, radiotecnico, impiegato di banca) ma per una ragione o per l’altra gli era sempre andata buca. Anche in banca fu un fallimento, ma insperatamente fruttuoso. Qui fu chiamato dal capoufficio perché scoperto a fare l’imitazione di Hitler in piedi su una scrivania. L’uomo si sbellicò dalle risa ma gli consigliò di dedicarsi a qualche altro mestiere, preferibilmente artistico.

Walter Chiari era un uomo generosissimo di sé, così, fra le altre cose, si fece coinvolgere da mio padre, che dirigeva il Corriere Lombardo, a dedicare ogni santa mattina di ogni santo Natale ad aiutarlo in certe operazioni benefiche in giro per la città. Forse Walter avrebbe preferito passare quelle mattine con qualcuna delle sue donne (ne ebbe tantissime e bellissime da Ava Gardner a Lucia Bosè, per la Bosè prendeva ogni mattina l’aereo per la Spagna  e rientrava appena in tempo per lo spettacolo della sera) ma non sapeva dire di no. Cosi non sapeva dire di no alle decine di inviti per scopi benefici che riceveva di continuo. Ma non potendo onorarli tutti contemporaneamente arrivava sempre con un paio d’ore di ritardo. Un pomeriggio sempre di Natale era stato ingaggiato con altri artisti in un hangar vicino all’aeroporto di Bresso dove erano stati convogliati molti vecchietti o, come si dice oggi, “disabili”. Fra gli altri c’era anche Ezio Greggio. Greggio si limitò alla modica quantità, disse due parole soprattutto su suoi programmi futuri. Walter arrivò con il suo consueto ritardo di due ore ma fece una performance come fosse stato al Lirico. Mentre lo aspettavamo chiacchieravo con Carlo Campanini, la sua storica spalla. E Campanini si tirò giù letteralmente le braghe e mi fece vedere il sedere pieno di pizzicotti perché Chiari improvvisava e lui doveva tenere la parte. Improvvisava anche nella vita. Stava girando un film australiano, Sono strana gente, telefonò a Alida Chelli e le disse: “sono vestito da frate davanti a una fontana, se accetti di sposarmi mi ci butto dentro”. Due giorni dopo erano marito e moglie.

Fossero tre mesi o tre anni Chiari si innamorava di tutte con la stessa intensità. E’ questa la caratteristica, come ho potuto notare in altri casi, del vero seduttore.

Un giorno ero a chiacchiera con Antonio Ricci, l’inventore di Striscia la Notizia, e gli chiesi: “secondo te Greggio è un attore?”. “Non lo so, è funzionale al mio programma”. ”Beh io preferisco Walter Chiari”. “Ah, tu sei rimasto fermo alla battuta”. E di battute o piuttosto di sketch spesso improvvisati li per li il carnet di Walter Chiari è pieno fino all’inverosimile. Era un acrobata della lingua e in questo senso assomiglia ad Alessandro Bergonzoni, solo che in Bergonzoni l’approccio è colto, in Chiari intuitivo. Riusciva a tenere l’attenzione del pubblico per una decina di minuti buoni giocando sulla parola “missipipì” (Mississippi). Sua è la definizione di ‘attimo’ “è il tempo che passa tra l’accensione del semaforo e il clacson di chi gli sta dietro”.

Credo che Walter fosse religioso anche se di questo non abbiamo mai parlato. Una volta si presentò da padre Pio che lo accolse con un “vade retro satana” perché sapeva che Chiari era un cocainomane. Che non è esattamente l’atteggiamento misericordioso che ci si aspetterebbe da un frate diventato famoso per stimmate molto dubbie. Lui ci rimase malissimo.

Dopo la guerra non fece mai politica ma qualcosa doveva essergli rimasto sul groppo. Nello spettacolo teatrale Chiari di luna tenuto a Genova nel 1975, disse a proposito di Mussolini appeso per i piedi a piazzale Loreto: “dalle tasche di Mussolini non cadde nemmeno una monetina. Se i nuovi reggitori d’Italia avessero subito la stessa sorte, chissà cosa uscirebbe dalle tasche di lorsignori”. Lo scandalo fu enorme e Walter Chiari fu estromesso di fatto dalla Rai. Da qui inizia la sua discesa, costretto a lavorare per tv minori Tele Alto Milanese, Antenna 3 Lombardia, Tele Monte Penice. Come una Wanna Marchi qualsiasi.

Famosi sono il suo soliloquio sul balbuziente che vuole ordinare una granita e il personaggio di Sarchiapone. Era irrefrenabile, quando cominciava a parlare non la finiva più per la preoccupazione dei conduttori. Paolo Bonolis ha raccontato come alla fine di una sua trasmissione, mentre passavano già i titoli di coda, cercasse di stoppare Walter e il tutto divenne, come al solito, una gag. Anche di persona aveva questa abitudine che credo fosse dovuta alla sua addiction alla cocaina. Poi si fermava di colpo e questo l’ho visto in tanti cocainomani ed alcolisti. In Strehler, per esempio, che sulla piazzetta di Portofino tenne banco per ore poi si sciolse in un mutismo assoluto.

Quando la mattina di Natale andavamo nelle case della povera gente, con doni e altro, Walter era sempre accolto benissimo, non solo per la sua notorietà ma per la sua innata simpatia. Sì, Walter Chiari era proprio simpatico e la simpatia e il suo fisico atletico, un vero fusto (vinse nel 1939 i campionati di pugilato lombardi della categoria pesi piuma, fu un buon nuotatore, vinse i campionati organizzati dalla GIL nei cento metri stile libero, e un buon tennista e giocatore di bocce) furono anch’esse alla base della sua fortuna.

Dai nove anni visse sempre a Milano e, a parte le sue scorribande di lavoro per il mondo, si sentiva profondamente milanese e amato dai milanesi. Negli ultimi anni, lui che aveva frequentato e amato le più belle donne del suo tempo, viveva, solo, in una piccola stanza dell’Hotel Siloe, nella periferica zona di Niguarda. Ai suoi funerali non c’erano vip ma tremila milanesi che non l’avevano dimenticato. 

Una mattina di Natale che Walter proprio non poteva mio padre pensò di sostituirlo con Mike Bongiorno.  E mi accorsi, con stupore, che Bongiorno aveva molto più successo di Walter Chiari. Era nato il superpotere ipnotico della Televisione.

Il Fatto Quotidiano, 8 agosto 2023