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«Pio IX è un beato inaccettabile» ha scritto Il Manifesto; il Presidente del Consiglio, Giuliano Amato, ha affermato di non capire come «si possa conciliare la beatificazione di chi difese la vita, cioè Roncalli, con quella di chi ricorse alla condanna a morte, Pio IX»; Eugenio Scalfari ha sentenziato che «Pio IX è un beato di destra»; Pannella ha organizzato la solita manifestazione (non contro Pio IX, che sarebbe lecitissima, anche se un tantino anacronistica, ma contro la sua beatificazione); e anche due laici in genere coerenti e conseguenti come Indro Montanelli e Furio Colombo, di estrazione cattolica il primo, ebraica il secondo, hanno dichiarato, sia pur con qualche distinguo, che questa beatificazione non si doveva fare; il rabbino David Rosen e il presidente della comunità ebraica in Italia, Amos Luzzatto, hanno detto che la beatificazione di Papa Mastai è una mancanza di rispetto verso gli ebrei. In quanto a Israele ha fatto conoscere, per bocca del ministro Michael Melchior, il suo «profondo rammarico» e il suo disappunto. Davvero curiosi questi laici, Che siano diventati, da un giorno all'altro, cattolici? Per un laico, infatti, ciò che avviene all'interno di un'organizzazione privata su base volontaria, come la Chiesa, in materia di fede, di dogmi, di Santi, di Beati, di cherubini, di serafini, dovrebbe essere del tutto indifferente proprio perché costui, per suo stesso postulato, non crede a nessuna di queste cose, Un laico può criticare finche vuole la figura di Pio IX in quanto Papa reazionario, antiliberale, antirisorgimentale, non la sua beatificazione che è un atto squisitamente religioso che può interessare e riguardare solo gli adepti. Ancora più stravagante è che un presidente del Consiglio si immischi nelle scelte di fede della Chiesa e del suo pontefice contestando un beato. E' come se il Papa volesse metter becco in una nomina a cavaliere della Repubblica fatta da Ciampi. Il brocardo di Cavour, «libera Chiesa in libero Stato», recepito dai Concordati, significa che Stato e Chiesa hanno sfere di competenza diverse, l'una temporale, l'altra spirituale, che non devono interferire fra di loro. Invece negli anni della cosiddetta seconda Repubblica abbiamo assistito a una gran confusione dei ruoli con il Papa (per non parlare degli eccellentissimi cardinali) che mette i piedi in questioni temporali di stretta pertinenza dello Stato italiano e ora, quasi a render la pariglia, con una batteria di laici, alcuni dei quali ricoprono cariche istituzionali, che si intromettono in una questione come la beatificazione, prettamente spirituale e religiosa. Di inaudita gravità è poi l'intervento di Israele. Che c' entra uno Stato con una beatificazione? Che atto di intimidazione è mai questo? Se l'avesse fatto la vecchia Unione Sovietica si sarebbero aperte, e giustamente, le cateratte. Furio Colombo, a Radio Radicale, ha sostenuto che Israele ha voce in capitolo in quanto rappresenta gli ebrei di tutto il mondo e sotto il pontificato di Pio IX un bambino ebreo fu battezzato a forza e gli ebrei erano ghettizzati. Mi stupisce che un ebreo laico, solitamente molto sorvegliato, come Furio Colombo, si lasci andare a sciocchezze del genere. Se fosse come lui dice allora sarebbe lecito accollare all'intera comunità ebraica, e quindi anche a quella italiana, la responsabilità delle ripugnanti violenze che lo Stato di Israele pratica da quando è nato, nei confronti del popolo palestinese. La distinzione fra Israele e comunità ebraica internazionale, fra sionismo ed ebraismo, e quindi, specularmente, tra antisionismo e antisemitismo, va tenuta ben ferma proprio per non precipitare nel razzismo antisemita. Ma del tutto sconclusionata e priva di senso è anche la protesta della comunità ebraica in quanto tale. La beatificazione di Pio IX, riguardando oltretutto un uomo vissuto più di un secolo fa, è un fatto interno del cattolicesimo e, con buona pace del rabbino Rosen e di Luzzatto, ogni religione a casa propria fa quello che più le pare. O la Chiesa cattolica deve adesso mettersi a depennare i suoi Santi e i suoi Beati perché non sono graditi al rabbino Toaff? Ognuno ha diritto di avere gli Dei, i Santi e i Beati che preferisce o di non averne nessuno. Altrimenti è intolleranza, E vien la nostalgia della Roma pagana che riconosceva a tutte le confessioni il diritto di sacrificare ai propri dei, quali che fossero, mentre i governatori di Galilea, con santissima pazienza, si sono slombati per impedire che ebrei e cristiani, comunità litigiosissime allora come oggi, si lapidassero a vicenda in nome di fedi diverse.