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E' un colpo di coda della belva ferita. I magistrati di Milano «non vogliono mollare l' enorme potere che hanno conquistato negli ultimi anni» (Tiziana Maiolo, Forza Italia). «Il pool milanese mira a colpire i deboli» (Tiziana Parenti, Forza Italia). «Mi chiedo se questa richiesta non serva di lenimento alle sofferenze denunciate qualche giorno fa da un sostituto procuratore della Repubblica di Milano» (Filippo Mancuso, Forza Italia). «La procura di Milano ha inteso porre al Parlamento una questione di fondo: se il Pds sta ancora con il pool o sta con, loro direbbero, Berlusconi, o con, diremmo noi, lo Stato di diritto» (Marco Taradash, Forza Italia). «Cesare Previti paga la barbarie di un sistema giudiziario di cui il pool di Milano è portabandiera» (Amedeo Matacena, Forza Italia). «La procura di Milano conferma di impiegare ogni mezzo per tentare di distruggere l'opposizione democratica» (Claudio Scialoja, responsabile organizzativo di Forza Italia). «Sono convinto che siano del tutto assenti i presupposti di legge per la richiesta di arresto» (Alfredo Biondi, Forza Italia, ex ministro della Giustizia passato alla storia per aver tentato di promulgare il decreto «salvaladri» ). «Per me è un golpe» (Marcello Pera, Forza Italia). Queste le reazioni di alcuni esponenti di Forza Italia alla richiesta di arresto dell' onorevole Cesare Previti avanzata dalla Procura della Repubblica di Milano e indirizzata alla Camera cui spetta concedere o meno l'autorizzazione. Sono reazioni che meritano qualche chiosa, in linea di principio e in linea di fatto. In principio non è in alcun modo accettabile che ogni volta che un provvedimento della magistratura colpisce un uomo politico si gridi all' attentato all' autonomia del Parlamento e al complotto. Tanto varrebbe allora sancire che gli uomini politici sono legibus soluti, non hanno il dovere di rispettare le leggi che regolano invece la vita dei comuni cittadini, re introdurre l' obbligo da parte della magistratura di chiedere l' autorizzazione a procedere anche solo per indagare su un parlamentare, obbligo che per circa un ventennio ha consentito a innumerevoli mascalzoni della Prima Repubblica di non rispondere dei loro atti criminali. Si sperava che nella Seconda Repubblica le cose andassero diversamente. E, in effetti, si era cominciato bene riducendo l' obbligo di richiesta di autorizzazione all' arresto e alle perquisizioni, essendosi la comunità resa conto, dopo lo shock di Tangentopoli, che quella guarentigia ottocentesca andava bene, appunto, nell'Ottocento quando un ministro accusato di aver portato via dal suo ufficio un po' di cancelleria si suicidava per la vergogna, ma era diventato un anacronistico e inammissibile privilegio in un' epoca in cui la moralità pubblica è sotto zero. Ma se poi ogni volta che la magistratura prende un provvedimento nei confronti di un parlamentare la si intimidisce e la si aggredisce con questa violenza, siamo punto e a capo. In linea di fatto l' onorevole Previti è indifendibile. Che dire di un avvocato che prende in un colpo solo 21 miliardi dagli eredi di Nino Rovelli proprio nel momento in cui costoro ne ricevevano 670 in conseguenza della causa vinta con l'Imi e senza aver avuto alcun ruolo ufficiale nel processo (i legali dei Rovelli erano Are e Giorgianni)? La difesa di Previti -essere stati quei 21 miliardi il pagamento di parcelle arretrate- è debolissima per non dire risibile. Questi dati di fatto, coniugati con la reputazione, tutt'altro che adamantina, che segue Previti si può dire da sempre, avrebbero dovuto consigliare agli esponenti di Forza Italia, pur nel comprensibile desiderio di difendere un collega di partito, la massima prudenza e cautela. E invece ecco partire d' acchito una campagna sgangherata di aggressione al pool di Milano che segue del resto quattro anni di attacchi forsennati e dissennati alla magistratura da parte di Forza Italia e dei giornali legati all' onorevole Berlusconi. E qui sta una buona parte della debolezza del Polo e dei motivi che consentono al pur inguardabile Ulivo di Prodi, D' Alema e Veltroni di essere al governo del Paese. Perche attacchi così reiterati e costanti alla magistratura, portati spesso con motivazioni pretestuose, arroccandosi sempre e comunque dietro la tesi del «complotto» e della cospirazione politica, anche quando, con tutta evidenza, si tratta solo di gravi fatti giudiziari, che riguardano truffe colossali perpetrate ai danni di Enti pubblici, cioè alla collettività, cioè con i nostri soldi, esasperano il cittadino comune che le leggi le deve rispettare, senza sconti, e disorientano soprattutto il potenziale elettore di destra che ha nel suo patrimonio genetico la difesa della law and order. Ma che «legge e ordine» ci può essere se il potere politico, già così inviso, dimostra, come sempre, di volersi sottrarre alle leggi che riguardano tutti gli altri? Andando avanti di questo passo, a difendere anche l' indifendibile Previti, una cosa è certa: ci terremo il governo delle sinistre ben oltre il Duemila e di un' alternativa di destra si parlerà quando saremo tutti morti. Bella prospettiva.