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Giorni fa per l'Unico ho dovuto sborsare sull'unghia 55 milioni di lire, 35 come conguaglio del '97, che si aggiungono ai 70 già pagati per ritenuta alla fonte, 20 quale anticipo sul '98. E il commercialista mi dice che a novembre, per completare il conto, ne dovrò tirar fuori altri 30. Il mio torto è stato quello di lavorare nel '97 molto più che nel '96 e ciò ha reso pesantissimo il conguaglio. Dice: se paghi così tanto vuoi dire che guadagni anche tanto. E vero fino ad un certo punto. lo raggiungo un certo reddito grazie non ad un solo lavoro ma a più lavori: per il Borghese, per il Tempo, per Il Giorno,  Il Resto del Carlino, La Nazione, poi ci sono i libri che non sono partoriti dallo Spirito Santo ma dalla mia energia e dal mio tempo. Laddove un impiegato o un operaio lavora sette ore al giorno, io ne faccio 12, 13, a volte 15, sabato e domenica inclusi. La mia situazione non è diversa da quella di molti altri lavoratori autonomi come i sempre sbertucciati bottegai i quali tutti i santi giorni alzano la saracinesca alle sette del mattino e la abbassano alle sette di sera. Ma al Fisco non interessa come metti insieme il tuo gruzzolo, se lavorando una o dieci ore al giorno. E questo è iniquo. Perchè non sono pari due redditi uguali di cui uno sia costato il doppio del lavoro dell'altro. Tuttavia, fino a qualche anno fa io, oltre a rispettare la legge, ho sempre pagato le tasse se non volentieri con animo sereno. Perchè sono e rimango socialista e continuo a credere che coniugare libertà e giustizia sociale sia ancora l'idea più bella. E perché ci sia giustizia sociale, cioè una ragionevole uguaglianza dei punti di partenza (che peraltro dovrebbe essere anche l'obiettivo del liberalismo ), è necessario che chi guadagna di più dia in proporzione, non per moralismo ma appunto perché possano essere costruite Ie condizioni per questa uguaglianza iniziale. Confesso però che sono alcuni anni che pago le tasse e rispetto la legge con il fegato in mano. E la mia esasperazione sta diventando pericolosa. 1)  l'Italia è zeppa di evasori fiscali, piccoli e grandi. Coi piccoli il Fisco è spesso feroce. Ho testè ricevuto una lettera del signor Antonio Errico, il quale mi racconta, con molto humour, come il Fisco l'abbia colto in flagrante, dopo sette anni, per aver sbagliato il 740 del '91 di 3 mila lire. Si è sempre detto che è difficile prendere i grandi evasori perché hanno i mezzi per occultare le proprie malefatte. Bene. Da qualche tempo sono sulla scena evasori colossali che operano sotto gli occhi di tutti. Per discolparsi da un'accusa più grave l'onorevole Previti è andato in tivù, da Santoro, e ha spiegato, papale papale, come «almeno 45 o 46 volte» l'avvocato Pacifico gli abbia portato dalla Svizzera -dove erano non si sa come prillati- 500 milioni a botta in contanti. Nessuno riesce più a contare le società offshore dell' onorevole Berlusconi, alcune delle quali hanno effettuato versamenti enormi, estero su estero, sui conti, per esempio, dei signori Craxi e Previti, cittadini italiani. Saranno sicuramente pagamenti per lecitissime prestazioni, però al Fisco non risulta nulla. Come non risulta che il Fisco si stia interessando dei miliardi dei suddetti con lo stesso zelo con cui si è occupato delle 3 mila lire del signor Errico. D'altro canto gli onorevoli Berlusconi e Previti sono individui giustamente stimatissimi, mentre io, che pago le tasse fino all'ultima lira, sono considerato dall'attuale contesto sociale un «inaffidabile», un «teppista». Cominciano a girarmi i coglioni. 2) Le mie tasse servono anche, pro quota, per pagare l'ordinamento giudiziario. Ma sono cinque anni che autorevolissimi personaggi vengon gridando che la Magistratura è marcia e corrotta. E allora perché devo sostenerla con i miei soldi? Perchè quando si occupa di me mi stritola senza che io possa invocare, a differenza di altri, il «complotto»? 3) Da cinque anni, facendo leva su ogni sofisma, si va chiedendo un' amnistia per un gruppo di ripugnanti ladroni. Ma se toccasse a me, o a quelli come me, non ci sarebbero sconti. Noi siamo cittadini di serie A solo per le tasse, per il resto giochiamo nel girone Promozione. 4) lo pagherei volentieri le tasse se servissero alle vecchiette, ai malati e ai deboli, invece i nostri soldi servono ai partiti per darli, in cambio di voti, ai «disoccupati organizzati» napoletani e loro similari che son giovani, sani e alla fine delle manifestazioni salgono sul Bmw. lo sono stufo di lavorare anche per loro, di pagare le tasse anche per loro e, come compenso, di sentirmi dare da loro e dalla sinistra radical chic dell' «egoista» e del «gretto» perché, dopo 30 anni, mi sono rotto di quest'andazzo. Chi rispetta la legge e paga fa la parte del fesso in un Paese come questo. Abbiamo accettato questa parte, per 30 anni, perché abbiamo fatto prevalere in noi il senso di lealtà verso le regole che ci eravamo concordemente dati. Ma adesso cari cittadini «eccellenti» la vostra strafottenza (Iatrocinii, truffe, tangenti, evasioni colossali sotto gli occhi di tutti, aggressione alla Magistratura, amnistia per voi la galera per noi) ha superato ogni limite. Attenzione quindi perché, come dice la Bibbia, «terribile è l'ira del mansueto». Potremmo impiccarvi tutti agli alberi dei viali, come han fatto a Teheran con i mullah fedifraghi in modo da dar finalmente senso e contenuto a quella parola, «giustizialismo», che oggi avete sempre in bocca solo per sfuggire alle regole che noi abbiamo invece sempre rispettato.