Il faccia a faccia fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, enfaticamente definito “l’ultimo miracolo di Papa Francesco”, dovrebbe invece, molto pragmaticamente, servire da traccia per futuri incontri fra Capi di Stato politicamente ostili.
Innanzitutto, anche se questo par ovvio, deve avvenire in un Paese neutrale, anche se ovvio non è, visto il disastroso faccia a faccia Trump-Zelensky alla Casa Bianca, finito come sappiamo. Perché in un Paese neutrale il più possibile lontano dai luoghi d’origine dei due contendenti (e questo vale per qualsiasi incontro internazionale ad alto livello, non solo per Trump e Zelensky) i due Capi di Stato si trovano, almeno momentaneamente, lontani dai loro Paesi, dalla loro cultura, dalle loro origini, dalle loro famiglie. E poiché sono pur sempre uomini emergono le questioni personali. Così come emergono, poniamo, per Giorgia Meloni che pur non è implicata direttamente in una guerra ma costretta dal defaticante impegno che si è assunta, lontana da casa per mesi o, anche se non è lontana da casa, ma costretta a Piazza Colonna, soffre, come mi confessò quando mi invitò gentilmente a Palazzo Chigi, di aver perso molto del suo controllo sulla figlia di dieci anni, Ginevra, non riuscendo a staccarla neanche per un breve momento dall’uso compulsivo dello smartphone.
Un’altra sofferenza, ma ciò esula dall’attuale discorso che riguarda in sostanza l’essere e l’apparire, è di essere circondata da persone che ne spiano ogni movimento.
Trump e Zelensky, hanno età molto diverse, The Donald 78 anni, quasi 79, Zelensky 47 e quindi, al di là della politica e oltre la politica, hanno esigenze personali molto diverse. Trump sa che può morire da un momento all’altro e quindi, probabilmente, preferirebbe giocarsi gli ultimi spiccioli che gli rimangono in un modo differente da quello cui è costretto dal ruolo, per Zelensky, sia pur a parti invertite, vale lo stesso discorso: anche a Volodymyr, come a tutti i suoi coetanei, farebbe piacere sentir musica, andare in discoteca, fare qualche sport invece di essere costantemente impegnato sui campi di battaglia con l’unico sfizio di esibire una ‘mimetica’.
In fondo anche questi grandi e potenti Capi di Stato hanno le esigenze di ogni essere umano (così come, sia detto di passata, e per alleggerire un po’ il discorso, le donne bellissime hanno le stesse esigenze di quelle brutte, per cui molti uomini non osano avvicinarle temendo di dover fornire chissà quali prestazioni).
Ma torniamo al “faccia a faccia” Trump-Zelensky e agli insegnamenti che ci può fornire. Niente consiglieri presenti perché sono tentati di far vedere che esistono anche loro, e non solo il capo, e quindi diventano particolarmente aggressivi come è stato il caso di J.D. Vance. Niente giornalisti al seguito e soprattutto niente Televisione dove ognuno, anche fuori dal campo della politica, non è mai se stesso, ma recita una parte.
I contraccolpi positivi di questo incontro, avvenuto a caso e per caso, si sono visti subito, soprattutto nei rapporti fra Trump e il ‘convitato di pietra’, alias Vladimir Putin. Trump ha condannato con una durezza insolita i bombardamenti russi su Kiev e sulla sua piattaforma ha scritto “Stop Vladimir!”.
Chissà se un incontro Putin-Zelensky, organizzato nello stesso modo, potrebbe avere un uguale successo. In fondo anche Putin, 72 anni, è un vecchio e ha i pensieri, e soprattutto le esigenze, di tutti i vecchi.
Quando sei in un incontro personale, faccia a faccia, senza testimoni, non senti il bisogno di fare il fenomeno e di recitare una parte. Classici esempi, uscendo dall’agone politico, sono Vittorio Sgarbi e Giuseppe Cruciani. Li conosco molto bene, personalmente, entrambi. Vittorio è un ragazzo molto dolce, docile, quasi umile, ma basta che si accenda un riflettore o siano presenti più di tre o quattro persone e diventa quello che conosciamo. Cruciani, della cui spavalderia e a volte blasfemia sappiamo, grazie alla Zanzara, è un uomo timidissimo.
Quindi direi che non è stato Papa Francesco a fare il miracolo. Il miracolo è che, almeno per un lasso di tempo, sia pur breve, questi uomini abbiano recuperato la propria umanità. Un miracolo laico quindi. Non religioso.
3 maggio 2025, il Fatto Quotidiano