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Mentre in Italia ci si estenua polemizzando per giorni sugli eccessi verbali dei post di Grillo, dei grillini, del loro blog, contrastando questa deriva con altri eccessi, se possibile ancora più grotteschi, definendo Grillo «semplicemente un nazista», come fa Giuliano Ferrara sul Foglio ('nazista' è un termine che ha un significato preciso e per non usurarlo, e quindi svilirlo, andrebbe usato con cautela e a proposito, tanto che nello stesso Israele si sta pensando di proibirne, proprio per questi motivi, ogni utilizzo che «esca dall'ambito storico») o instaurando paradossali paragoni fra l'incendio di 20 mila volumi perpetrato nel 1933, davanti al Reichstag, dai giovani nazisti della Lega degli studenti guidati da Goebbels e il libro di Augias buttato nel caminetto da un certo Francesco Neri di Zagarolo, grillino presunto, mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, minacciata sui blog di stupro virtuale, in una telefonata a Massimo Giletti bolla i grillini come «eversori» e replica in una comparsata da Fabio Fazio a Che tempo che fa, e il premier, il segretario del Pd, alcuni ministri, autorevoli esponenti dell'opposizione twittano ossessivamente, sbertucciandosi l'un l'altro in diatribe senza fine che poi rimbalzano e controrimbalzano nei circa trenta talk show delle Reti televisive, per cui anche il cittadino che abbia la voglia e la pazienza di seguire la politica nazionale finisce per non capirci più nulla (apparterro' a un'epoca pleistocenica ma a me pare che i rappresentanti delle Istituzioni dovrebbero esprimere le loro opinioni e parlare in Parlamento, che proprio per questo cosi' si chiama, piuttosto che nei social network) ci pensa l'Unione Europea a riportarci bruscamente alla realtà. Secondo il Rapporto della Commissione europea la corruzione in Italia pesa 60 miliardi, esattamente la metà di quanto costi in tutti i 28 paesi dell'Unione presi complessivamente (120 miliardi). Quattro imprese su venti falliscono per i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Dopo averci dato, per pura cortesia diplomatica, un contentino affermando che qualche piccolo miglioramento lo abbiamo fatto, Bruxelles avanza denuncie pesantissime forse mai formulate in termini cosi' duri nei confronti di uno Stato membro dell'Unione: «Troppi i conflitti d'interesse, leggi 'ad personam' e giustizia lenta. Oltre 30 componenti del passato Parlamento sono stati o sono indagati per corruzione o finanziamento illecito ai partiti». Che anche Bruxelles sia in mano ai grillini? Da un altro sondaggio, sempre europeo, risulta che il 97% degli italiani pensa che «la corruzione sia dilagante» nel nostro Paese. E qui sta il nocciolo della questione. Il problema non è Grillo, non sono le volgarità da blog. Il problema è il crescente e 'dilagante' disprezzo (al 25% conquistato dai grillini alle ultime politiche va aggiunto il fenomeno, ancor più significativo anche se senza voce, dell'astensione che è vicina al 50%) per una classe politica e dirigente che non solo non ha arginato la corruzione ma ne è la principale protagonista, con inevitabili ricadute su una parte (non tutta) della popolazione. Il fatto è che i partiti, per quante 'facce nuove' cerchino di presentare, non sono in grado di riformare se stessi e di ricondursi nel ruolo, limitato, che la Costituzione assegna loro (art.49). Perchè la crisi non è di uomini ma di sistema, un sistema di malgoverno, di corruzione, di ruberie, di occupazione arbitraria di ogni spazio di libertà che affonda le sue radici in almeno trent'anni della nostra storia. Ecco perchè ogni contestazione assume le forme della lotta e della violenza 'antisistema'. Violenza che per ora è solo verbale, ma che se la crisi economica si accentua ancora un po' potrebbe sfociare in una violenza fisica di massa.

Massimo Fini

Il Gazzettino, 7 febbraio 2014

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Il 'boia', peraltro metaforico, affibbiato a Giorgio Napolitano dal deputato 5 Stelle Giorgio Sorial, ha suscitato uno «sdegno collettivo», bipartisan e tripartisan mentre la Procura della Repubblica di Roma ha incriminato il reprobo per 'vilipendio al Capo dello Stato'. Enrico Letta: «L'indegno attacco del Movimento 5 Stelle è un punto di non ritorno di deriva estremista inaccettabile per chiunque pratichi principi democratici». E Matteo Renzi (poteva mancare?): «E' un atteggiamento insopportabile...che non ha eguali nella storia repubblicana». Ma il più scandalizzato di tutti è Pierluigi Battista (Il Corriere della Sera, 29/1) per un vilipendio commesso da «Un parlamentare. Un uomo delle istituzioni». Silvio Berlusconi non era un semplice parlamentare ma il presidente del Consiglio italiano quando dichiaro', oltretutto all'estero, che «la magistratura è il cancro della democrazia». Che non è solo vilipendio alle Istituzioni, è un atto eversivo degno di un brigatista. Altro che «atteggiamento...che non ha eguali nella storia repubblicana», come dice Matteo Renzi, che ha appena patteggiato le Istituzioni con un pregiudicato in fase di condanna, questo si' che non si era visto mai (e se Berlusconi era in carcere o ai domiciliari o ai servizi sociali, come dovrebbe essere da tempo, come avrebbe trattato con lui, tramite dei 'pizzini'?). Pierluigi Battista sul 'cancro della democrazia' non battè ciglio. Battista si indigna anche perchè «Quando Napolitano fu votato per la seconda volta al Quirinale, nel movimento di Grillo si grido' apertamente al 'golpe'». Silvio Berlusconi, per dieci anni premier di questo Paese e per altri otto capo indiscusso dell'opposizione, ha testè dichiarato di essere stato «vittima di quattro colpi di Stato». Ma nemmeno questa volta Pierluigi Battista ha mosso orecchio.

Battista lamenta poi «la degenarazione del linguaggio politico: ci vorrà molto tempo per tentare di risanarlo». Avrebbe ragione se non dimenticasse disinvoltamente che il primo ad aprire la strada al vilipendio delle Istituzioni fu proprio, vent'anni fa, quel Francesco Cossiga che sembra goda della sua ammirazione. Comincio' definendo il Parlamento «un'accozzaglia di zombie e di superzombie» e passo' poi a insultare personalmente i suoi rappresentanti: «piccolo uomo e traditore» (Onorato), «Poveretto» (Flamigni), «zombie con i baffi» (Occhetto), «analfabeta di ritorno» (Zolla), «Cappone» (Galloni), «emerito mascalzone, piccolo e scemo» (Cabras). E non è che un piccolo florilegio.

Confesso che l'altro giorno quando ho visto nel cielo di San Pietro il nero corvo attaccare e inabissare 'la bianca colomba della Pace' liberata dal Papa ho avuto quasi un orgasmo. Perchè, in un colpo solo, faceva giustizia dell'insopportabile 'buonismo' di Bergoglio, degli animalisti, degli antivivisezionisti, dei vegetariani ideologici, dei vegani. E anche di quello di Pierluigi Battista.

Massimo Fini

Il Fatto Quotidiano,1 febbraio 2014

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Nel 1991 si svolsero in Algeria le prime elezioni libere dopo decenni di una sanguinaria dittatura militare e furono vinte dal Fis (Fronte islamico di salvezza) a larghissima maggioranza. Allora i militari annullarono le elezioni, con il plauso dell'intero Occidente (che evidentemente non ha atteso l'11 settembre per diventare islamofobico) sostenendo che il Fis avrebbe instaurato un regime totalitario. Per impedire una dittatura del tutto ipotetica (il Fis era composto da varie componenti, in maggioranza moderate) si ribadiva quella precedente. I dirigenti del Fis furono arrestati e il movimento messo fuorilegge. Cosa succede in un Paese dove la volontà della popolazione, democraticamente espressa, viene cancellata in modo brutale? Una guerra civile. E cosi' fu. Gli elementi più decisi del Fis formarono il GIA (Gruppo Islamico Armato) e diedero vita a una guerriglia, ferocemente combattuta da entrambe le parti, costata decine di migliaia di morti, durata anni e che solo negli ultimi tempi si è un po' acquietata.

E' quanto, e in termini ancor più crudi e paradossali, sta avvenendo in Egitto. Nel gennaio 2011 le rivolte di piazza Tahrir rovesciarono la trentennale dittatura di Hosni Mubarak sostenuta dall'esercito a sua volta foraggiato dagli americani. Le prime elezioni libere egiziane furono vinte dai Fratelli Musulmani che erano stati gli unici, veri, oppositori di Mubarak pagandone prezzi altissimi. Presidente divenne il loro leader Mohammed Morsi. Dopo solo un anno e mezzo di governo, nell'estate del 2013, ci furono delle violente manifestazioni contro Morsi. Di cosa era accusato? Di aver imposto leggi integraliste, la sharia? No, di scarsa efficenza. I militari colsero l'occasione, sempre che, com'è molto probabile, non siano stati loro a sollecitarla, per deporre Morsi, arrestarlo insieme a migliaia di suoi seguaci mentre altre centinaia di Fratelli Musulmani venivano uccisi. I media sono stati messi sotto stretto controllo dagli apparati di sicurezza agli ordini del generale Al Sisi, il nuovo 'uomo forte'. Il sostenitore del dittatore Mubarak governa al posto di coloro che lo hanno abbattuto.

Il referendum per la nuova Costituzione promosso da Al Sisi ha ottenuto il 97,7% dei consensi, peccato che a votare sia andato solo il 27,7%. Non è vero quindi, come scrive la stampa occidentale, che «in un Egitto che vuole solo un po' di pace, la maggioranza della popolazione appoggia i militari». La maggioranza sta ancora con i Fratelli Musulmani che, dichiarati nel frattempo ufficialmente «un gruppo terroristico», ovviamente reagiscono con la violenza che la repressione di un regime nato da un colpo di Stato sanguinario legittima. Di qui le bombe esplose al Cairo e i durissimi scontri fra esercito e Fratelli Musulmani, con un bilancio di almeno 50 morti avvenuti nei giorni in cui si 'celebrava' la caduta di Mubarak. Non è che l'inizio. Cio' che dobbiamo aspettarci è un lungo periodo di caos e di violenze, come fu per l'Algeria.

La cosa curiosa, si fa per dire, è che mentre in Egitto l'Occidente sta sostanzialmente con i dittatori (Morsi viene definito «l'ex rais», non era un 'rais' ma un presidente democraticamente eletto), in Ucraina sta con la piazza contro un presidente, Yanukovich, eletto nel 2010 in consultazioni considerate regolari dagli stessi occidentali. Insomma è la solita storia: la democrazia va bene solo quando ci fa comodo.

Massimo Fini

Il Gazzettino, 31 gennaio 2014