Fra le infinite sciocchezze che si sono dette dopo la condanna in Cassazione di Silvio Berlusconi per una colossale frode fiscale (che non è una semplice evasione fiscale) la più grave e pericolosa è quella di Michele Perini, Presidente di Fiera Milano e berlusconiano doc: "Facciamo come in Egitto, segnamo le case dei giudici, che tutti sappiano dove vivono". Che cos'è? Una nuova forma di gogna? Una 'stella gialla' appiccicata sul petto come facevano i fascisti con gli ebrei? Un invito a colpire? E dire che per anni i berlusconiani ci hanno fracassato i santissimi affermando che nei confronti del loro leader era in atto "una campagna d'odio". E questa che cos'è? E se qualche sconsiderato dell'autoproclamatosi 'Esercito di Silvio', che dice di poter contare su "500 reggimenti attivi" prendesse sul serio le farneticazioni di Michele Perini e passasse all'azione? Perini ha poi cercato di correggere il tiro: "Nessuno vuole ammazzare nessuno. Se ho offeso qualcuno mi scuso".
Qui non si tratta di offese, ma se i suggerimenti di Perini fossero accolti, ci troveremmo di fronte a una precisa istigazione a colpire in nulla diversa da quelle che faceva Lotta Continua di Adriano Sofri quando pubblicava i nomi e i cognomi, gli indirizzi, le fotografie, le abitudini di presunti fascisti, alcuni dei quali ci hanno rimesso la pelle o , a suon di sprangate sono rimasti su una sedia a rotelle. Ricordate? Io ricordo. E se altri si mettessero a fare la stessa cosa con i dirigenti del Pdl? Basta che una delle due squadre si metta su questa strada e sarà presto seguita dall'altra. E' questo che vuol dire Sandro Bondi, che non è un Perini qualsiasi ma uno dei coordinatori del Pdl? Mi riferisco alla sua ambiguissima frase: "L'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti" (se non si troverà qualche formula magica per annullare il verdetto della Cassazione). E questi sarebbero i 'moderati' di cui Berlusconi è il leader? Diceva il buon Mino Martinazzoli che 'moderato' non si riferisce a un luogo geometrico, il posto occupato in Parlamento, ma a un modo di essere. E se c'è uno che non è mai stato 'moderato', nelle sue azioni e nelle sue esternazioni, questi è Silvio Berlusconi seguito da tutti i suoi fedelissimi. Credo che il linguaggio politico vada aggiornato, moderati sono altri, così come Berlusconi non è affatto un conservatore ma, nel bene o nel male, un innovatore mentre i veri conservatori stanno nella sinistra, politica e sindacale.
Il 'moderato' Perini aveva anche aggiunto nel suo post: "Al giudice De Pasquale (il Pm del processo Mediaset, ndr) bisogna augurare un brutto vivere, di soffrire". I partigiani del Pdl hanno sempre sostenuto che i Pm "che sbagliano" (cioè, nella loro testa, quelli che non vedono confermate le loro inchieste dal Gip o dal Tribunale) vanno puniti. Un'assurdità perché le funzioni del Pm e del giudice sono diverse: al primo spetta di raccogliere gli indizi e le possibile prove nella fase delicata e incerta delle indagini, al secondo di vagliarle. Comunque De Pasquale ha istruito le indagini su Salvatore Ligresti e Ligresti è stato condannato in via definitiva. Ha istruito le indagini su Craxi e il leader socialista è stato condannato in via definitiva per corruzione e finanziamento illecito. Ha istruito le indagini sulla frode fiscale di Mediaset e queste sono passate al vaglio affermativo del Gip, del Tribunale di primo grado, della Corte d'Appello e infine della Cassazione. Se si seguisse la logica del Pdl il Pubblico Ministero Fabio De Pasquale non meriterebbe di "soffrire", ma una medaglia al merito.
Massimo Fini
Il Gazzettino, 9 agosto 2013
Papa Francesco non segue la linea di Ratzinger, che ha avuto il coraggio di mostrare, col ritiro, tutta la sua debolezza d'uomo ad imitazione, senza intenzione, di Cristo inchiodato sulla croce («Padre, padre perchè mi hai abbandonato?»), ma di Wojtyla. Cioè della spettacolarizzazione della fede attraverso i media. Wojtyla lo faceva in modo muscolare, Bergoglio più soft. Utilizza la retorica della semplicità che non è meno ingannatrice di ogni altra retorica. Si è cominciato col Papa che va ostentatamente a pagarsi il conto dell'albergo e si è continuato col Papa che sale sull'aereo portandosi a mano la sua valigetta, «proprio come tutti gli altri» (sembra di essere tornati ai tempi del narcisista Pertini, il peggior Presidente che l'Italia ha avuto). Questa spettacolarizzazione nelle forme della semplicità e della modestia non è in realtà, come è stato per Wojtyla, che una resa incondizionata ai media e quindi alla modernizzazione di cui i primi sono, insieme, concreto strumento e simbolo. Cio' non ha portato fortuna alla Chiesa cattolica apostolica romana. Durante i 25 anni del Papato di Wojtyla le vocazioni sono crollate, i conventi svuotati, il senso del sacro scomparso nei popoli dell'Occidente. Certo la Chiesa si trova davanti a una 'mission impossible'. Quando nel 1880 Nietzsche proclama 'la morte di Dio' non fa che constatare, con qualche decennio di anticipo perchè era un genio, che Dio è morto nella coscienza dell'uomo occidentale. E se è forse possibile che un Dio resusciti un uomo, mi pare molto improbabile che l'uomo resusciti un Dio. Comunque sia, sta di fatto che la Chiesa, in questi anni, non è riuscita ad intercettare le esigenze di spiritualità che, per contraccolpo, si facevano sentire in una società materialista come quella occidentale. L'esigenza di spiritualità si è presto trasformata, inesorabilmente, nel consumo della spiritualità, la 'New age', con i suoi contenuti poveri cosi' lontani dall'antica sapienza della Chiesa, l'esoterismo, lo spiritismo, il satanismo giù giù fino al più innocuo oroscopo. Nella migliore delle ipotesi gli occidentali che sentono questo bisogno di spiritualità, di fede, di Dio si sono rivolti ai culti orientali (il 'Sutra del Loto'), all'islamismo e alle chiese evangeliche che eliminano le gerarchie e si rifanno direttamente alle Sacre Scritture, la Bibbia e il Vangelo.
E' perchè la Chiesa considera ormai perduta la partita in Occidente che ha eletto un Papa sudamericano e che il primo viaggio di Bergoglio è stato in Brasile, tradizionale feudo della Chiesa cattolica dove il Pontefice ha ricevuto omaggi apparentemente oceanici ma in parte ambigui perchè non è del tutto certo che i disperati delle favelas sappiano distinguere tra un Papa e Neymar. Inoltre anche in Brasile la Chiesa è fortemente insidiata dalle Chiese evangeliche che hanno conquistato un terzo dei credenti. I dietrologi affermano che dietro questa straordinaria affermazione c'è la mano di Barack Obama che è di religione battista. Altri dietrologi, esoterici, hanno fatto notare cio' che pochi hanno notato e cioè che Bergoglio sotto la veste papale non indossa le calze e le babucce come usava Ratzinger e tutti i Pontefici prima di lui, ma i calzoni neri e le scarpe nere. Hanno sottolineato cioè che Bergoglio è, e rimane, un gesuita. Il capo dei gesuiti viene chiamato tradizionalmente 'il Papa nero'. E Nostradamus profetizza che quando apparirà 'il Papa nero' sarà la fine del mondo. Speriamo.
Massimo Fini
Il Fatto Quotidiano, 3 agosto 2013
E' giusto che il sindaco di Roma, Ignazio Marino, abbia fatto togliere gli striscioni che un gruppo di seguaci di un sedicente 'Comitato Militante Tiburtina' definiti dal Corriere «nostalgici dell'odio», aveva affisso in città per festeggiare il centesimo compleanno di Erich Priebke, il capitano delle SS condannato all'ergastolo per la rappresaglia delle Fosse Ardeatine che costo' la vita a 335 persone fra cui una quarantina di ebrei: «Non è accettabile che il compleanno di un criminale che ha partecipato alla violenta esecuzione di cittadini inermi possa essere utilizzato per fare apologia di fascismo e di nazismo». Anche se sono contrario a queste fattispecie di reato (apologia di fascismo, di nazismo, istigazione all'odio razziale a cui sta per aggiungersi l'omofobia) perchè sono tipici reati di opinione più consoni a un regime totalitario che a una democrazia, quelli stiscioni, in Roma, erano oggettivamente una provocazione odiosa e difficilmente digeribile. Capisco molto meno le centinaia di ebrei romani che hanno stretto d'assedio l'abitazione di Priebke per impedirgli di festeggiare il compleanno. Adesso uno, per criminale che sia, non puo' più nemmeno festeggiare il suo compleanno, il centesimo per sopramercato, in casa propria?
Non creda il lettore che io sia indifferente alla 'questione ebraica'. Mia madre, Zinaide Tubiasz, era un'ebrea russa che ha visto sterminare dai tedeschi tutti i suoi familiari durante la seconda guerra mondiale. Ma devo anche dire che tutta la vicenda di Erich Priebke mi lascia perplesso. Priebke è stato, di fatto, processato due volte per lo stesso crimine, violando il principio universalmente riconosciuto del 'ne bis in idem'. Quando infatti nel 1947 ci fu il procsso per la strage delle Ardeatine fu condannato il solo Kappler e implicitamente assolti tutti i suoi subordinati. Kappler non fu condannato per la rappresaglia. Allora si era ancora vicini alla guerra e se ne conoscevano le leggi. La Convenzione di Ginevra ammetteva la rappresaglia nei confronti di gruppi armati non inquadrati in un esercito regolare che si fossero resi responsabili di attentati, è il caso di via Rasella. I tedeschi l'avevano stabilita in 10 per ogni soldato ucciso. Quando gli Alleati occuparono la Germania i francesi la fissarono nella proporzione di 20 a 1, i russi di 50 a 1, gli americani, sempre grandiosi, di 200 a 1, ma non ci fu occasione per applicarla perchè la Germania era rasa al suolo e non ci fu resistenza. Kappler fu condannato perchè, in un macabro eccesso di zelo, fece fucilare cinque persone in più della proporzione prevista.
Quando a metà degli anni '90 Priebke fu estradato dall'Argentina venne condannato all'ergastolo, e quindi riconosciuto colpevole, ma mandato in libertà perchè il Tribunale militare gli concesse le attenuanti. Ci fu, in aula, la protesta di una cinquantina di ebrei. Il governo italiano, con una decisione inaudita, si rimangio' la sentenza di un suo Tribunale creando un precedente gravissimo e foriero di molti sviluppi. Alla fine la Cassazione rifece il processo e a Priebke fu revocata la libertà. Il Centro Wiesenthal ha promesso un compenso di 25 mila dollari a chi dia indicazioni per scovare i nazisti superstiti. A Priebke si vieta di festeggiare i suoi 100 anni. A me questo accanimento, a 70 anni di distanza dai fatti, contro gli ectoplasmi del nazismo, queste larve oggi totalmente inermi, fa venire i brividi. Mi sembra di cogliervi lo stesso spirito di rappresaglia e di vendetta per cui abbiamo giustamente condannato i nazisti. E a questo punto mi chiedo chi siano, oggi, i veri 'nostalgici dell'odio'.
Massimo Fini
Il Gazzettino, 3 agosto 2013